Intervista a Pino Rauti su Fascismo e contemporaneità

Pino Rauti intervistato parla del concetto di Fascismo in relazione all’epoca contemporanea e alle fasi storiche. Di seguito la trascrizione integrale della sua risposta.

Sembra che il dibattito un qualche risultato lo abbia raggiunto attraverso una serie di interventi tutti pregevoli, ognuno dal proprio punto di vista. Direi che è chiaro che non ci dobbiamo far intrappolare da una falsa polemica fascismo antifascismo.

Perché? Perché il fascismo, come ogni grande movimento politico dell’epoca moderna e di tutte di tutte le epoche cosa è stato è stato due cose insieme intrecciati una un regime un tipo di Stato un tipo di economia una politica estera. Il tutto svolto nell’arco temporale tra la prima e la seconda guerra mondiale e quel regime e non è superato o finito o è morto. Dire che un regime è morto è una sciocchezza e è passato come tutte le cose che storicamente si realizzano, fu anche un’altra cosa. Fu la realizzazione parziale o totale secondo i punti di vista.

Qui il dibattito è aperto. Di un determinato insieme di valori che preesistevano al fascismo che in qualche modo si incarnavano bene o male nel nell’epoca del regime fascista e che quindi hanno il diritto essendo preesistenti al fascismo di continuare ad esistere successivamente. Ma questo caro Carlo Grimaldi non ci deve portare come dire al neutralismo acritico non so se mi spiego. Che non è che tutti siamo un Pantheon in cui entrano tutti chi e liberale che monarchico dice cose che io su questo sinceramente sinceramente non sono d’accordo perché bisogna precisare quali sono questi valori. Allora una concezione spirituale della vita il primato della politica sull’economia il rifiuto che la economia sia il destino dell’uomo un rapporto equilibrato tra l’uomo e l’ambiente. La ripresa in termini anche di struttura giuridica dello Stato del senso della comunità contro il falso senso della società degli affari, dei commerci dei traffici eccetera eccetera ecco tutto questo fu esisteva prima del fascismo c’è un’espressione bellissima ci sono valori che non sono né di oggi né di ieri sono di sempre.

Paura dei genitori dicevano i greci di oggi di ieri e di sempre per cui è una polemica pretestuosa dire questo è il fascismo esisteva prima cioè il Medioevo ghibellino per me c’era l’impero romano guardate questa domanda che ci torna addosso eccetera. A me me la posero e mi agghiacciata i giudici che mi interrogarono nel 76 per tre giorni di seguito per il processo per la strage di piazza Fontana. Lì mi giocavo l’ergastolo e dissero Ma mettiamo da parte le carte, sono tutti indizi. Ma lei chi è fascista? E nazista? E razzista e imperialista? Che uomo! E perché Noi dobbiamo decidere ed era sottinteso, dobbiamo decidere del suo. Allora io tirai fuori l’immagine dell’albero come domandare a un albero Io non sono un nostalgico, come domandare a un albero se è nostalgico delle sue radici. L’albero obbedisce alle leggi del suo tempo. Poi dopo l’albero ci sono le foglie, i fiori e frutta. Ognuno avvizzisce, però traggono alimento da quel qualcosa che li ha più o meno lontanamente originali. Io li dissi paradossalmente io potrei oggi dirvi che sono fascista, nazista, nazista, nonostante gli orrori che hanno macchiato le pagine di questo regime. E dissi al giudice Lombardi ricordo lei è cattolico so che va tutte le domenica in chiesa con la famiglia come fa a essere cattolico dopo le stragi dell’Inquisizione? Ma non sa che l’Inquisizione in tre secoli ha bruciato o ucciso 4 milioni mezzo di persone? E come la mettiamo con la strage degli albigesi e dei catari o col genocidio di interi popoli? Però lei oggi è cattolico. Allora oggi un comunista potrebbe dire lo dicono nonostante gli orrori di Stalin, io sono comunista, quella fu una deviazione. E lo stesso potrei dire io. Ma io non dico questo. Io sono un ammiratore intellettuale, che so della Mitteleuropa, e non per questo voglio riportare gli Asburgo sul trono di Vienna, perché ogni forma storica ha il suo tempo.

Caro, caro Leo Grimaldi, capisci? Ha il suo tempo, la sua forma di manifestazione e come forme manifestate come il socialismo realizzato. Così c’è stato un fascismo realizzato bene o male. Queste discussioni facciamo appositi convegni, ne discutiamo però quell’insieme di valori che formano tutti insieme una concezione dell’uomo, della società, della vita del mondo di quello che volete ma concezione globale ecco per quei valori noi continuiamo continuiamo la nostra battaglia e tra questi valori caro Leo se mi dicessero perché poi in ogni insieme di valori c’è un baricentro che a secondo delle epoche storiche tende a manifestarsi e a impregnare di sé tutto tutto il resto.

I valori di quell’epoca furono centrati soprattutto sullo stato, ordine, autorità, disciplina, Stato. Per vari motivi. Potrei dire con una battuta che il fascismo fu un sistema di costrizione per far recuperare all’Italia l’enorme ritardo che aveva accumulato con le generazioni. Precedenti in Italia morivano il 23, 24, 25 65.000 italiani di tubercolosi. Con un’opera di profilassi collettiva colossale che cominciava con le scuole, arrivava alla bonifica delle paludi pontine, portava milioni di bambini nelle colonie marine montane. I morti per tubercolosi del crebbero fino ai 1800 morti del 1939. Prima della penicillina fu il regime che sconfisse questa piaga da deceduto lo Stato totalitario. Beh furono salvati 1.000.000 di italiani dalla morte per tubercolosi, per non parlare del tracoma e di altre cose. Noi eravamo un paese balcanico e allora se uno si rompe una gamba che fa? Si mette una durissima protesi e si ingessa la gamba e fa male l’ingessatura, è dura sopportarsi l’ingessatura per far riacquistare agilità all’arto. Superata questa fase di emergenza, il fascismo si sarebbe evoluto.

La dittatura non appartiene al dottrinario, al fascismo, né hanno alcuna dottrina politica. La dittatura non è una categoria delle dottrine politiche, è un’emergenza della storia. Ci sono dittature positive o dittature negative. Pilsudski con la sua dittatura ha salvato la Polonia dal bolscevismo perché la cavalleria di Budoni è arrivata alle porte di Varsavia. Kemal Ataturk ha creato dal crollo dell’impero romano con dittatura durissima, fucilavano la gente se portava i simboli del vecchio regime, il velo delle donne fucilavano.

Pino Rauti

La gente però ha creato la Turchia moderna, la quale Turchia moderna ancora oggi regge contro l’islamismo. Se oggi l’Europa si salva è anche perché Kemal Ataturk fu un dittatore. Ma regime fu un dittatore che ha salvato la Finlandia due volte in condizioni drammatiche. Quindi c’è dittatura e dittatura. Non si può dire, tutte le dittature sono sbagliate. Cromwell è positivo, Ho sbagliato ancora. La storia sta discutendo su quello che fecero le famose teste rasate di Cromwell. Quindi dico, premesso questo è chiaro ci si batta per ci si batte per per dei valori per un insieme di cose per questi valori oggi il baricentro io lo vedrei spostato in termini sociali caro caro Leo Vivaldi ma quando si dice sociale allora il termine che mi viene più vicino che non capisco perché debba essere discusso accantonato emarginato o addirittura spento.

Il Movimento Sociale Italiano tu stesso dice oggi che noi ci distinguiamo da Forza Italia e sono d’accordissimo, hai fatto bene a dirlo ed è da parte tua affermazione coraggiosa Venendo da uno come te ci distinguiamo per i contenuti sociali perché altrimenti non avremmo ragione di distinguerci noi il generico patriottismo e siamo tutti patriottici. Bisogna vedere poi quali merci avariate si portano dietro il patriottismo. Noi siamo per uno stato sociale, io sono per il corporativismo, io sono per la socializzazione. Su questo però, naturalmente, c’è tutto da discutere, da rivedere, da aggiornare, tutto quello che vogliamo. Ma se noi poniamo come motore destino dell’uomo, come motore, destino dell’uomo, la fine della storia di Fukuyama ecco siamo arrivati all’unico mondo liberal democratico capitalistico e consumatore e per cui non c’è più storia non c’è storia c’è da rifare gli Stati, le società, l’uomo le famiglie eccetera. E tutto questo è battaglia sociale che si fa col Movimento Sociale italiano mi permetto di ricordare che sono quarant’anni che noi la facciamo non è che abbiamo aspettato il crollo del regime per credere in determinate in determinate cose noi non chiediamo a nessuno dov’eri tu dieci anni fa cinque anni fa 15 anni fa notavamo che noi 15 anni fa difendiamo queste cose e mi ricordo anche Edo che quando si critica oggi la società unidimensionale cioè si cita Marcuse. Beh ci furono pensatori e scrittori nostri che non hanno aspettato né Marcuse né Adorno e Horkheimer nella Scuola di Francoforte. Evola nel 1934 ha scritto opere bellissime contro il l’americanismo loro gli Stati Uniti d’America contro l’americanismo costo quel concetto di siccità. Pagine che per me, insieme a quelle di Spengler e di tanti altri, hanno addirittura un valore profetico. Forse per questo accade che oggi Evola il tradotto in Russia con enorme successo e tra poco penso che tradurranno con eguale successo il liberal capitalismo sta devastando il mondo, sta creando problemi anche all’interno degli Stati Uniti d’America.

Quando dice Gli Stati Uniti sono preoccupati, ma la sinistra è preoccupata gli abbiamo tolto il sonno. Il minimo che potessimo fare sarebbe grave se non fossero preoccupati a sinistra dal nostro successo e gli toglieremo ancora il sonno per il successo alle europee. E quando ci dicono gli americani sono preoccupati, dice Ma da quale pulpito fanno gli americani a un popolo ricco di storia come noi e come gli europei fanno la loro predica? Ma si guardino i mali spaventosi che hanno nel loro paese. Ma lo sapete che gli americani hanno 1.000.000 di detenuti in quelle carceri infernali che che che sono la vergogna dell’umanità hanno quattro volte più detenuti di quanti ce ne siano in media in Italia, in Francia e nella Comunità europea hanno avuto più morti per AIDS che nella guerra del Vietnam hanno città invivibili hanno bambini che debbono andare a scuola con le pistole negli zainetti, hanno una situazione vergognosa all’interno dal punto di vista. Essi permettono a noi, che abbiamo ancora civiltà, cultura, città a misura d’uomo, di giudicarci. Noi facciamo in assoluta autonomia le nostre scelte. L’egemonia americanista non la riconosciamo e anzi la contestiamo e ci appelliamo a tutto il nostro retroterra spirituale per indicare a noi stessi, all’Italia e l’Europa delle strade nuove, sulle quali anche gli americani dovranno venire se vorranno salvarsi dal baratro in cui stanno piombando.

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