A livello economico, la politica della destra storica fu improntata ai principi del liberismo che avvantaggiò soprattutto il settore dell’agricoltura. Per unificare il Paese anche a livello economico si procedette in questi anni all’estensione di una unica moneta – la Lira – in tutto il territorio e all’introduzione di pesi e misure uniformi.
Lo Stato investì soprattutto per la costruzione delle reti ferroviarie in modo avviare un processo di unificazione anche territoriale e rendere più efficace e veloce il sistema degli scambi commerciali. Tuttavia, il passaggio all’unità nazionale non segnò in generale un miglioramento delle condizioni di vita delle masse rurali.
A fronte delle ingenti spese volte ad accentrare il potere e a modernizzare il paese, la Destra Storica decise di rispondere con la vendita dei beni dell’asse ecclesiastico e con un aumento notevole della tassazione diretta e indiretta.
Tra le imposte che maggiormente incisero sulla vita quotidiana delle persone e generarono un diffuso malcontento vi fu la tassa sul macinato. Essa venne introdotta nel 1868 e doveva essere pagata direttamente ai mugnai al momento della macinazione del grano. Tale imposta fu vissuta come un tributo sul prodotto di base dell’alimentazione degli italiani dell’epoca: il pane.
Proprio in opposizione a questa tassa scoppiarono alcuni moti di protesta in tutta Italia di fronte ai quali la Destra storica non mancò di attuare una politica repressiva, ricorrendo anche in questa occasione all’esercito. Il bilancio delle vittime fu molto duro: 250 furono i morti in seguito all’azione delle forze militari.
Il governo decise inoltre di introdurre il corso forzoso della lira. Con questa iniziativa era possibile stampare una maggior quantità di carta moneta e non vi era obbligo di convertire in oro il denaro.
La politica economica si concluse con il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 1875, l’ultimo anno in cui la Destra Storica fu al Governo. Ad essa succedette, a partire dal marzo 1876, il primo dei governi della Sinistra Storica.