“Il grado di civiltà politica di un paese dipende dal modo con cui si riesce a limitare la quantità e la presenza dei parassiti. I parassiti sono nella società così come sono sugli animali. Se i parassiti crescono al di là di un certo limite l’animale muore e muore una società. Il parassita è colui che non produce ricchezza ma vive consumando quella prodotta dagli altri. Centralismo e parassitismo sono due fenomeni strettamente collegati fra loro. Il Paese che siamo chiamati a cercar di cambiare è ammalato da un esercito di pidocchi”.(Gianfranco Miglio – 11 gennaio 1918 – 10 agosto 2001)
Suona familiare? Sarà perché il parassitaggio effettuato dalle multinazionali e dalle grandi banche, è oramai talmente evidente da esser considerato quasi una normale consuetudine. Come per un cane che vive in campagna, trovarsi di tanto in tanto coi pidocchi. Noi però siamo meno fortunati di quel cane, è la presa usuraia bancaria, politica e sanitaria, da tre anni non da più tregua, anzi continua ad alzare i toni, mirando ora a trascinare l’Italia in un conflitto in cui il 70% degli italiani si è già espresso diverse e frequenti volte con un “no” categorico ed assoluto, di cui nessun Governo, né attuale né precedente a minimamente dato il benché minimo peso.
Adesso i pruriti dei soliti parassiti si estendono alla vendita di armi e al recuperare la delirante egemonia occidentale-globalista, tutto questo fermo restando l’artiglio per imporre la vendita coatta di sieri sperimentali e il perenne debito che questy Shylok impongono attraverso i governi che hanno infiltrato.
Ancor di più si fa chiara la consapevolezza che senza di questi, non ci sarebbe stata alcuna “pandemia” e, virus o meno, non avremmo mai conosciuto abomini come lockdown o distanziamento sociale, né sapremmo cos’è un PCR Test e di certo le mascherine le avremmo viste solo in ospedale.