Dopo le politiche del 1953, in occasione del IV Congresso del partito tenutosi a Viareggio nel gennaio del 1954, divenne segretario del MSI Arturo Michelini, che rappresentava la corrente moderata e filoborghese, legata più ai ricordi del Ventennio che a quelli, tragici e sanguinosi, del fascismo repubblicano, e desiderosa d’inserire il neofascismo nell’alveo della destra e facilitare così l’entrata nel gioco politico e parlamentare italiano di quegli anni, caratterizzati dalla guerra fredda e dal timore, dentro e fuori d’Italia, d’una presa del potere da parte dei comunisti.
In politica estera era pertanto filo-atlantico e proprio durante la segreteria di Michelini il movimento accettò l’Alleanza Atlantica; si contrapponeva alla corrente micheliniana quella di coloro che avevano partecipato alla guerra dalla parte della Repubblica Sociale, più estremista quanto ai modi e ai metodi di lotta politica, tendenzialmente antiborghese, socialisteggiante e anticapitalista sul piano sociale ed economico nonché antiamericana su quello politico; a guidarla era Giorgio Almirante. A seguito dell’elezione di Michelini la componente spiritualista ed evoliana di Pino Rauti, Clemente Graziani e Sergio Baldassini, per segnare la lontananza dal neosegretario, si riunì nella corrente di Ordine Nuovo, che però rimase inizialmente all’interno del MSI.
In occasione del V congresso, tenutosi nel 1956 a Milano, dove Michelini veniva confermato segretario, ci fu la scissione dal partito di un gruppo di dirigenti guidati da Pino Rauti, con la trasformazione della propria corrente nel Centro Studi Ordine Nuovo, uscendo dal MSI. Nel 1957, inoltre, la componente di sinistra del partito capeggiata da Ernesto Massi, dopo le varie derive borghesi e conservatrici, uscì anch’essa dal partito dando così vita, insieme al Raggruppamento Sociale Repubblicano di Giorgio Pini a un nuovo soggetto politico, il Partito Nazionale del Lavoro, che resterà attivo fino agli anni ’60.
Dal 1956 il MSI siciliano entrò nell’area di maggioranza e di governo, dapprima dall’esterno con la giunta di Giuseppe La Loggia (DC) e poi, dal 1958, partecipando alla prima fase del milazzismo, stagione politica iniziatasi quando il democristiano Silvio Milazzo fu eletto presidente della Regione Siciliana dai partiti di destra e di sinistra. Nel primo governo Milazzo entrarono anche esponenti missini e il MSI governò insieme al PSI e al PCI, con l’assenso di Michelini e Togliatti, fino alle elezioni regionali del giugno 1959. Nelle successive giunte Milazzo, conclusesi nel 1960, il MSI tornò all’opposizione, insieme alla DC.
Il MSI Micheliniano fu vicino ad Enrico Mattei e alle politiche della sua ENI tanto da essere da esso sostenuto e da difenderlo contro la stampa più atlantista.